Caro imprenditore, ormai è un dato di fatto: l’atteggiamento del consumatore e il suo comportamento d’acquisto sono, da sempre, influenzati dalla società in cui vive. Cambia il contesto sociale, cambia la richiesta, cambiano le esigenze: è proprio questo ciò che sta accadendo oggi!

Chissà che non sia una fonte di ispirazione: se prendi spunto da quanto ti racconterò, potrebbe essere molto utile per il tuo business. ;-)

Ti avevo già accennato qualcosa qualche articolo fa (ho parlato di futuro, di permacrisi e delle strategie che un Brand dovrebbe utilizzare per fronteggiare il momento). Lo trovi qui, leggilo: è una buona introduzione per comprendere meglio quello che sto per dirti.

L’indagine di We Are Social

Secondo We Are Social, il concetto di “valore” per le persone sta cambiando con non poche implicazioni per i Brand sul mercato. L’agenzia ha stilato un report che analizza con attenzione il contesto economico attuale e i conseguenti cambiamenti relativi al comportamento online e culturali di chi acquista, e le marche, ora, devono adattarsi al momento.

Rethinking Value During a Cost of Living Crisis spiega come il concetto di “valore” oggi venga espresso in maniera differente e assuma significati diversi. Sicuramente, il fattore predominante di questa evoluzione è la permacrisi: crisi economica, crisi climatica, sfiducia nelle istituzioni e nuove prospettive.

Qualche dato

Il report parte da un lavoro di ricerca che va ad evidenziare, prima di tutto, alcuni dati sostanziali: il 62% della GenZ cerca online contenuti che li aiutino a risparmiare nel quotidiano.

In più, più di un quarto degli intervistati acquista prodotti promossi sui social, mentre il 59% segue i creator proprio per trovare alternative più convenienti.

In ultimo, il 43% ritiene che gli influencer di oggi siano più attenti al potere di spesa del suo target. Non poca attenzione all’online, mi pare!

I cambiamenti culturali

I dati raccolti hanno permesso di stilare una lista di 4 cambiamenti culturali:

  1. The Knowledge Flex: qui, il valore si esprime mostrando NON ciò che hai, bensì ciò che sai. Chi assume questo comportamento apprezza più la conoscenza rispetto al possesso, e ne è un esempio il trend del de-influencing (quando gli influencer consigliano o sconsigliano determinati prodotti, dopo averli direttamente testati… e questo ne accresce il valore).
  2. New Materialism: in questo caso, i consumatori questionano i vecchi ideali legati al valore. Sono diffusissimi i video sui dupes, prodotti equivalenti a quelli di Brand famosi ma più accessibili, e si sottolinea il concetto di unbranded, che valorizza lo stile e l’identità individuale.
  3. Performative Denial: questo cambiamento culturale prevede che le persone concretizzino e ostentino un nuovo concetto di benessere economico. Un esempio? Lo stile “da sciura”, eleganza data da capi a prezzi contenuti o prelevati da vecchi armadi, o creati da sé lavorando ai ferri.
  4. Deliberate Living: il valore risiede in tutto ciò che impatta positivamente sul modo di vivere. L’online pullula di storie di chi ha inseguito sogni e ce l’ha fatta, di chi ha passioni e ideali… ma anche di contenuti che raccontano come risparmiare.

La ricerca di Havas

La ricerca di Havas va ad approfondire le nuove aspettative dei consumatori nei confronti dei Brand di oggi: la nuova edizione della ricerca Meaningful Brands trova gli individui sempre più cinici nella valutazione delle Marche, utilizzando come parametro la prospettiva della Me-conomy, una visione sul Brand sempre più individualistica.

Le buone azioni delle marche vengono adesso date per scontate: temi come progresso sociale, inclusione e sostenibilità sono importanti, forse talmente importanti da essere ormai dati per certi, a maggior ragione in un momento storico ed economico di difficoltà.

Me-conomy: i risultati chiave

Questo atteggiamento prevede quindi che le marche agiscano con decisione, che guidino il cambiamento ma che non lascino indietro i consumatori e anzi, che se ne prendano cura. L’indagine si sviluppa attorno a tre esiti principali.

Purpose o profitto?

Questi risultati evidenziano nuovi modi tramite i quali i consumatori sperimentano un mondo sfidante e in continua evoluzione:

  • Il 72% si dice stanco delle marche “doppiafaccia”, quelle che all’apparenza fingono di voler aiutare la società, ma l’obiettivo reale è un tornaconto economico;
  • Il 68% è convinto che la direzione che sta prendendo la società sia assolutamente quella sbagliata;
  • 1 persona su 3 è personalmente, direttamente e quotidianamente colpita da una crisi;
  • 1 persona su 3 è d’accordo sul fatto che i Brand debbano rispondere alle esigenze individuali;
  • Il 71% sostiene che le aziende debbano impegnarsi di più per migliorare salute e benessere individuali.

Alzare l’asticella

Si alza ulteriormente l’asticella delle aspettative nei confronti dei Brand: in un periodo di permacrisi, in cui le persone sono molto consapevoli della gravità della situazione, aumenta il loro bisogno di ricevere gratificazioni, eccellenza nei servizi, prodotti realizzati alla perfezione e un miglioramento nella quotidianità.

Una guida per i Brand

Il report offre anche una lista di consigli per i Brand che vogliono avere successo nella Me-conomy, contribuendo alla qualità della vita dei consumatori. Eccone alcuni:

  • Essere capaci di democratizzare i benefici di uno stile di vita esclusivo;
  • Offrire vantaggi sul piano emotivo;
  • Includere, comprendendo neuro diversità e libertà di scelta ed espressione;
  • Proporre prodotti/servizi che aiutino a risparmiare tempo;
  • Garantire una buona esperienza d’acquisto;
  • Personalizzare prodotti/servizi e migliorarne le funzionalità.

Conclusioni

A concludere, un ultimo dato interessante: sembra che l’accessibilità stia diventando una vera e propria purpose a sé stante. I consumatori non vogliono supereroi (i nostri sì :-P ma non è questo il caso!), ma desiderano che i Brand facilitino la loro vita.

I risultati ci raccontano qualcosa di importante: oggi, le persone chiedono di non essere sole ad affrontare la vita e le sue difficoltà. Chiedono supporto nei sacrifici personali e nelle azioni a favore del pianeta, e vogliono che sia fatto con onestà, umiltà e una giusta dose di umorismo.

Mi trovano d’accordo.

“I clienti vogliono valore, costi bassi, convenienza elevata e comunicazione, non promozione”.

Philip Kotler

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