Caro imprenditore, ti ricordi di me? No? Peccato, puoi recuperare la mia presentazione qui ;-)
La volta scorsa ti ho raccontato del motivo per cui esiste la mia figura lavorativa, la progettista grafica… e di come questa abbia valore. Ma oggi addentriamoci un po’ di più nei particolari: come prende forma un lavoro creativo? Come si dialoga e come collabora con il cliente, per raggiungere l’obiettivo?
Mi sono resa conto che la massima espressione delle mie capacità grafiche si raggiunge in un solo modo: nella coesistenza di figure professionali che si esaltano a vicenda, un insieme di professionisti che si dedicano ai vari aspetti di un progetto.
Un gruppo di supereroi, ciascuno con il proprio superpotere: la MARKETING LEAGUE, di cui io sono Graphic Arrow e… oggi ti illustrerò come mirare dritto al bersaglio!
Il processo creativo: i passaggi
Realizzare un lavoro creativo implica non solo produrre “qualcosa” sulla base del puro gusto estetico nel minor tempo possibile. Prevede anzi un processo ben scandito nel quale è fondamentale è la sinergia tra cliente e professionisti.
1. Faccia a faccia
Interfacciarsi è il primo step di questo percorso; conoscere chi ci sta davanti, per entrambe le parti, è l’incipit giusto per affidarsi e fidarsi. Per noi è di vitale importanza scoprire l’identità e la forma mentis di chi delega a noi il lavoro, perché aiuta a trasmettere coerenza ad occhi esterni e ad empatizzare con il cliente stesso.
Come ad un appuntamento al buio, le due parti devono sapersi presentare e descrivere con la capacità di andare oltre l’apparenza. Il cliente ha il compito di stimolare la propria mente a ragionare sul proprio Brand e a guardare oltre il presente, avendo più o meno chiaro la direzione verso la quale vorrebbe muoversi. Noi della Marketing League facciamo cose incredibili, ma i miracoli, beh, quelli ancora no:-P E la chiaroveggenza non è uno dei nostri superpoteri, purtroppo!
Il cliente, nonostante l’entusiasmo per il proprio progetto, deve riconoscerne debolezze e minacce così da avere bene a mente la situazione della sua attività.
2. La palla ai supereroi
A questo punto è il momento di lasciare il turno ai professionisti.
Nonostante il lavoro sia sempre un rimpallo di feedback e approvazioni, ci sono alcune fasi in cui i professionisti sanno cosa è meglio per te, quali strumenti usare e quali tecniche sfruttare.
Gli spunti del cliente sono importanti e ben accetti, ma potrebbero non essere coerenti con il percorso intrapreso… semplicemente perché non è il loro lavoro, ed è comprensibile. In generale, creativi e clienti non si devono affezionare alle proprie idee, ma devono essere pronti a lasciarle andare.
E poi… arriva il momento di lasciare lavorare le menti!
3. Creatività plasmabile
La bravura e la flessibilità dei professionisti permetteranno loro di adattare il proprio metodo di lavoro all’occasione. Creare una comfort zone per la propria creatività è sicuramente sintomo di ordine, ma la malleabilità del processo è quello che non ci fa annoiare!
Il discorso vale, soprattutto, per una come me: non sono solo un topo da computer – o, a tratti, un leone da tastiera – ma una mente creativa (sì, con gli occhi un po’ rossi).
4. Aggiustare il tiro
Avendolo presentato come un processo sinergico, è fondamentale che oltre all’inizio e alla fine ci si incontri e confronti in tappe intermedie utili ad aggiustare il tiro. La proposta di un professionista è valida ma non è legge, e se davvero non incontra il gusto del cliente è necessario rivederne le componenti perché il risultato finale sia approvato a pieni voti.
La voce di chi commissiona è sempre importante!
5. Il super-filtro
La confusione e il sovraccarico di informazioni non aiuta nessuno: è compito della Marketing League arrivare agli incontri con un numero consono di bozze (possibilmente preaccordato). In questo modo, si darà al cliente una panoramica delle possibili soluzioni creative.
In questo step, sfodero un altro dei miei superpoteri: il super-filtro :-P Noi grafici siamo sempre iperstimolati dalle reference incontrate lungo il processo creativo, ed è importante saper fare selezione!
Allo stesso modo, anche il cliente rischia di andare in confusione, se gli si propone una quantità eccessiva di bozze.
6. Sapersi vendere
Un’ultima abilità (da coltivare) nei creativi è proprio quella di sapersi vendere, inteso non come spacciare una cosa per un’altra, ma piuttosto come capacità di spiegare quello che si è creato. La capacità di presentarsi e di presentare, di raccontarsi e di raccontare, di esprimersi e di esprimere con le giuste parole è importantissima, al pari del lavoro creativo finale.
E così, se tutto è andato come doveva andare… il logo è approvato ;-)
Se desideri essere affiancato nella realizzazione della tua Brand Identity (e non solo!), la Marketing League è pronta a darti una mano: contattaci cliccando il bottone qui sotto!