“In fondo, che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente”. Così diceva Giulietta al suo innamorato Romeo. Ma quando si tratta di Brand vale la stessa cosa? Oppure il nome della tua attività è importante tanto quanto tutto il resto?
Be’, sarò di parte, ma io credo che il Brand Name (soprattutto oggi) sia molto rilevante. Certo, se hai un’attività storica che ha un naming non proprio accattivante e significativo, ma con la quale hai lavorato bene sia in termini di Brand Positioning sia in termini di comunicazione e marketing, il nome può forse passare in secondo piano.
Ma parliamo di attività che sono nate e si sono posizionate quando non c’era così tanta concorrenza sul mercato. Oggi il mondo è cambiato e se stai pensando di aprire una nuova attività, il nome è sicuramente un aspetto fondamentale da tenere in considerazione.
Il Brand Name non è solo il primo elemento comunicativo con cui il tuo target verrà a contatto, ma è anche il mezzo su cui viaggia il passaparola: i tuoi clienti devono poterlo ricordare facilmente e devono sentirsi a loro agio a parlarne.
Ecco perché voglio darti qualche piccola regola da seguire per definire il naming della tua attività.
1
Scegli la lingua adatta
Gli italiani non sono famosi per essere bravi con le lingue straniere, specialmente con l’inglese, che si pronuncia in modo diverso rispetto a come si scrive.
Non sapere come si pronuncia un Brand Name può essere un problema per incentivare il passaparola. Dai, ammettilo, anche tu quando non sai come si dice una parola cerchi di evitare di pronunciarla per non fare brutte figure!
Quindi, se vendi in Italia e se il tuo pubblico è italiano, usa un nome italiano, che è sicuramente più facile da pronunciare e da capire.
Se, invece, vuoi far percepire il tuo Brand come straniero, devi tenere presente che le lingue hanno delle “eredità nazionali” che lavorano, appunto, sulla percezione: l’italiano, ad esempio, viene associato alla moda e al design, il tedesco alla tecnologia, il francese ai profumi e l’inglese è un po’ un jolly universale.
Ricorda: la scelta della lingua può aggiungere o togliere credibilità al tuo Brand.
2
Evita le sigle
Le sigle, come gli acronimi o le iniziali dei nomi dei fondatori dell’azienda, non funzionano perché non comunicano niente.
Capita spesso tra le micro imprese e le PMI (ma a volte anche nelle grandi aziende) che si cada nell’errore di utilizzare delle sigle per definire il proprio Brand Name. A volte si utilizzano le sigle per mancanza di fantasia, per semplicità o per accorciare un nome aziendale troppo lungo e aiutare i clienti a dirlo più velocemente. C’è però un problema: le sigle sono difficili da memorizzare, a meno che non compongano una parola di senso compiuto, con un reale significato da associare.
Ricorda: azienda e Brand non sono la stessa cosa; una sigla può andare bene per l’azienda, ma non per il Brand.
3
Evita i nomi lunghi
Le sigle non funzionano, ma nemmeno troppe parole, perché in entrambi i casi sono troppo difficili da ricordare e il Brand risulterebbe meno efficace.
Immagina di assaggiare un vino buonissimo e volerlo riacquistare o consigliare a qualcuno. Peccato che l’azienda vinicola ha scelto un Brand Name troppo lungo e ti ritrovi a pensare “com’è che si chiamava? Antica Tenuta qualcosa”. Ecco.
Ricorda: i Brand Name ideali sono composti da una sola parola, massimo 3 (articoli esclusi); 4 sono già troppe.
4
Fai attenzione al suono
Per quanto il Brand Name debba essere “bello da vedere”, c’è un aspetto che è ancora più importante della vista e cioè il suono.
Le persone, infatti, reagiscono prima e meglio ai suoni rispetto alle parole scritte, perché le parole udite arrivano prima e meglio al cervello. Non a caso, da piccoli si legge ad alta voce per imparare meglio.
Ricorda: il passaparola è basato sui suoni, non sulle immagini, per questo il Brand Name deve funzionare bene “ad orecchio”.
5
Verifica il dominio Internet
Un passaggio spesso sottovalutato è quello di controllare che il dominio associato al Brand Name scelto sia effettivamente disponibile e non eccessivamente costoso (se non te lo puoi permettere).
Spesso si salta questo passaggio, perché magari all’inizio si pensa che un sito web non sia necessario. Salvo poi cambiare idea (perché, diciamocelo, oggi il sito web ha sostituito il vecchio biglietto da visita) e scoprire che i domini .it e .com sono già stati acquistati e non sono più liberi.
“Ma che problema c’è, esistono tante altre estensioni, come .info, .biz, e così via”. Certamente, esistono, ma non sono la scelta migliore: gli utenti sono abituati alle estensioni classiche e fanno fatica a ricordarsi le nuove estensioni. Il rischio? Cercano te ma poi digitano .it o .com e finiscono sul sito web di qualcun altro.
“Ok, allora aggiungo un trattino”. Anche questa non è una soluzione e comporta lo stesso rischio.
Poco fa ho scritto che il dominio non deve essere “eccessivamente costoso”. Ti spiego cosa intendo. Ci sono alcuni nomi di dominio che per diversi motivi (legati principalmente alla loro popolarità) arrivano a costare anche centinaia o migliaia di euro. Se hai abbastanza budget, nessun problema, anzi! Se invece non hai la possibilità di investire cifre così alte per l’acquisto del tuo dominio (e successivi rinnovi), evita questo nome.
Ricorda: il nome del tuo Brand deve essere unico, originale e avere possibilmente entrambi i domini .it e .com liberi.
In conclusione: come deve essere un Brand Name efficace?
Riassumendo, un Brand Name efficace deve essere:
- facile da comprendere e da pronunciare,
- facile da ricordare,
- breve,
- orecchiabile,
- originale.
Ma non solo. Ci sono altre 3 caratteristiche fondamentali:
- deve essere appropriato, cioè consono alla natura del prodotto/servizio e alla sua storia (per non creare confusione nella mente dei tuoi clienti),
- deve rispecchiare il tone of voice del Brand ed essere coerente con il resto della comunicazione,
- deve rispettare la mission, i valori aziendali e il posizionamento del Brand.
I Brand Name possono essere:
- Descrittivi, legati alle qualità fisiche e/o funzionali dell’offerta (come Poltronesofà, Fatture in Cloud, Immobiliare.it, Winelivery);
- Evocativi, legati all’universo simbolico dell’offerta (come Nike, Apple, Pandora, Shell);
- Neologismi, cioè parole inventate, alterazioni o fusioni di altre parole (come Huggies, Nutella, Lego, Skype);
- Nomi sonori, legati a figure retoriche come l’onomatopea o l’allitterazione (come Tic Tac, BlaBlaCar, Zoom, Schweppes);
- Patronimici, legati a un cognome (come Gucci, Armani, Barilla, Ferrari);
- Toponimi, legati a luoghi geografici (come Philadelphia, Amazon, Patagonia, Evian).
Definire un Brand Name efficace e coerente con tutti gli elementi della tua Brand Identity è uno step fondamentale, ma non è un processo facile: richiede tempo, impegno, esperienza e attenzione. Non sottovalutarlo!