Caro imprenditore,

se l’ultima volta ci siamo lasciati discutendo del gigantesco mondo che si nasconde dietro i colori (se te lo sei perso, lo trovi qui!), oggi con il mio arco e le mie frecce apriremo un altro vaso di Pandora. Mettiamo piede nel paradiso (non sempre) dei font!

I caratteri che usiamo per scrivere qualsiasi cosa, dai messaggi su WhatsApp alle lettere d’amore su pergameno, sono più di semplici lettere… e possono dirla lunga su chi siamo.

Font: una finestra storica

A chi dobbiamo l’invenzione di questi preziosi strumenti?

Tutto cominciò nel XV secolo con Johannes Gutenberg, che decise che scrivere a mano… era troppo mainstream. Inventò così la cosiddetta stampa a caratteri mobili per produrre la Bibbia in serie: per farlo utilizzò un carattere gotico dall’impostazione rigorosa e così fitta e compressa da richiamare la trama di un tessuto. È questo il motivo per il quale venne chiamato Textura!

Col passare degli anni le lettere iniziarono a rilassarsi un po’.

Nel Rinascimento, l’umanista Aldo Manuzio sviluppò un nuovo stile di carattere noto come Antiqua, ispirato alle scritture romane antiche. Questo stile, con le sue linee più morbide e leggibili, divenne il precursore dei font serif (graziati) moderni.

Il XVIII secolo vide l’introduzione dei caratteri transizionali (Baskerville) che presentavano un contrasto maggiore tra linee spesse e sottili, che nel secolo successivo, con i caratteri didoniani (il Didot e il Bodoni) venne estremizzato, rendendo le lettere ancora più eleganti e raffinate.

L’era moderna ha portato poi all’emergere dei font sans-serif, caratterizzati dall’assenza di grazie. Il Futura e l’Helvetica sono due esempi iconici, utilizzati per la loro estrema chiarezza e modernità.

Se tutto è partito con caratteri volti a ricordare l’architettura dell’epoca medioevale, ecco che alla fine di questo percorso si incontrano font paragonabili ai mobili IKEA: pratici, funzionali e minimalisti.

Font e tecnicismi

Avrai sicuramente notato qualche termine tecnico: colpa della mia deformazione professionale ;-P Facciamo un po’ di chiarezza!

I font si dividono in diverse categorie a seconda delle loro caratteristiche “fisiche”, ma le due principali famiglie sono Serif e Sans-Serif, rispettivamente: graziati e bastoni. “Grazia” è infatti la traduzione di “serif”, e sta a indicare la presenza di allungamenti alle estremità del carattere che vengono utilizzati per rendere il carattere più aggraziato.

Font: le sottocategorie dei graziati

In base al periodo storico, i caratteri tipografici si presentano con caratteristiche distinte, dovute a volte agli strumenti usati, altre a mode e tendenze.

Old Style

I primi in ordine storico sono Veneziani o Umanisti (ex. Centaur). A causa del basso contrasto tra le linee delle lettere sulla carta rendevano l’inchiostro molto denso, e vennero quindi rimpiazzati dai Garald o Romani antichi (ex. Garamond). Questi garantivano una lettura più scorrevole, grazie al maggiore contrasto tra linee spesse e sottili e da una maggior rifinitura dei tratti.

Transizionali

Ci si allontana dalla scrittura manuale, preferendo la precisione dei segni grafici e dando vita a forme più geometriche, a un contrasto maggiore tra aste verticali e orizzontali e a grazie più appiattite (ex. Baskerville).

I Bodoni o Didoniani

Chiamati anche Romani moderni (ex. Bodoni e Didot), operano sempre nella ricerca di geometricità, enfatizzano il passaggio tra aste verticali e orizzontali che terminano con grazie particolarmente fini, formando angoli retti.

Slab Serif o Egiziani

Sono stati definiti Egiziani per un motivo piuttosto sciocco: al tempo l’Antico Egitto era parecchio di moda, e i tipografi decisero di utilizzare un termine che all’epoca era sulla bocca di tutti. Anche questo è Marketing, ragazzi! Il parallelismo vuole che si siano infatti diffusi grazie alle crescenti necessità creative dell’advertising: sono caratterizzati da un utilizzo estremo del contrasto, peculiarità volte solamente a catturare l’attenzione e non a garantire leggibilità.

Font: le categorie Sans Serif e bastoni

Nacquero parallelamente ai font Egiziani e inizialmente vennero usati con lo scopo di distinguersi.

Grotteschi

Il termine deriva dalla parola “grottesco”, utilizzata all’epoca per indicare qualcosa di mostruoso. È legato alle grotte e, di riflesso, all’assenza di civiltà, per indicare lo scontro visivo che questi nuovi caratteri ebbero con i loro predecessori. Lettere verticali e curve squadrate, scarso seppur presente contrasto visivo e lettere “con personalità”: G maiuscola caratterizzata da uno spuntone, g minuscola con occhiello inferiore, R con gamba incurvata.

Neo-Grotteschi

Rispondono alle esigenze del moderno Graphic Design e dell’ascesa del digitale (ex. Helvetica). Maggior geometricità, g minuscola senza occhiello inferiore e presenza di numerose varianti di peso.

I Geometrici

Sono spinti dalle rivoluzioni artistiche nate attorno al Bauhaus. Il Futura ne è il capostipite e, proprio come preannuncia il nome della categoria, si basa sulle tre forme geometriche di base: cerchio, quadrato e triangolo.

Font: altre categorie

Gotici o Blackletter

Sono le prime lettere stampate, oggi non più usate (se non per casi particolari o per scopi puramente decorativi). Un utilizzo che tuttavia è rimasto dedicato a testate e loghi dei quotidiani.

Script o informali

Sono caratteri che emulano la calligrafia e la scrittura manuale, e che per tali caratteristiche risultano spesso poco leggibili.

Fantasia o Originali

È una categoria che raduna tutti quei font in cui ci sono caratteri che ricordano particolari oggetti (hai presente Harry Potter, in cui le lettere ricordano le saette?). Per questo motivo sono inadatti ai testi.

Simboli

Questi sono ipermoderni, composti solamente da simboli, da icone o da emoji.

Come si usano i font?

I font non sono solo lettere su una pagina o uno schermo: sono una forma d’arte che combina estetica, storia e tecnologia.

In base alle particolarità di ciascuno che abbiamo analizzato oggi, puoi già iniziare a comprendere il “carattere di questi caratteri” (scusa il gioco di parole :-P). Se però ti interessa dare una sbirciata dietro le quinte e capire ancor meglio come poter sfruttare i font al massimo delle loro potenzialità… aspetta il mio prossimo articolo!

Type is a dance and the designer is the choreographer

Richard Lipton

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