Un video esilarante diffuso su Youtube, un divano Ikea alla fermata dell’autobus, un prodotto inserito all’interno di un videogioco: nessun Brand è impazzito… stava solo facendo operazioni di Marketing non convenzionale!

StarBRAND è tornata sul Blog per una lezioncina piuttosto interessante: oggi discuteremo di tecniche di marketing stra-ordinarie, lontane dalle strategie tradizionali, che hanno l’obiettivo di lasciare il consumatore letteralmente a bocca aperta.

È questo ciò che fa l’Unconventional Marketing, un insieme di tattiche promozionali che utilizzano comunicazioni innovative per presentare prodotti o servizi. Ne vedremo delle belle: continua a leggere!

Marketing non convenzionale: una definizione

Distinguiamolo dal marketing tradizionale: l’Unconventional Marketing sfrutta strumenti e strategie alternative e a costi sensibilmente ridotti per far parlare di un proprio prodotto, diversamente dall’advertising classico. In più, oltre all’aspetto economico, il marketing non convenzionale ha una seconda caratteristica specifica: lo smisurato utilizzo di creatività ad effetto sorpresa, proprio ad impressionare il mittente della comunicazione pubblicitaria.

Lo scopo? Attirare l’attenzione, sì, e intrattenere, certamente. Ma soprattutto, l’obiettivo di questa tipologia di marketing è quello di avviare e stimolare il passaparola attorno ad un Brand, per accrescerne la notorietà e migliorarne la reputazione.

Non fraintendermi, non sto affermando che il marketing tradizionale non abbia aspetti positivi… ma non si può di certo negare che le tecniche classiche abbiano una capacità limitata di informare la clientela e di persuaderla, fino a spingerla all’acquisto. Questo perché il consumatore medio è costantemente e quotidianamente sommerso da infinite scelte di intrattenimento ed è molto complicato rendere efficaci i messaggi pubblicitari in questo mare di stimoli.

È qui che entra in gioco il marketing non convenzionale, che invece utilizza i destinatari stessi come mezzi di diffusione del messaggio pubblicitario: il consumatore da passivo diventa attivo e “coopera” in un certo senso col Brand in questione. Le iniziative sfruttano la rete sociale del pubblico coinvolto e il suo potenziale, anche derivante dall’utilizzo dei canali digitali: lo fa stimolando online le conversazioni e innescando meccanismi di diffusione virale!

Un appunto, però, è necessario: tutto quello che ti sto raccontando non è valido sempre e in qualunque circostanza. Il marketing non convenzionale funziona se, e solo se, la comunicazione intrattiene piacevolmente il giusto pubblico. Anche in questo caso quindi (e nel marketing questa è la regola numero uno!) il target a cui ci si rivolge è fondamentale, perché il messaggio deve essere in linea con i suoi bisogni, desideri e valori.

Marketing non convenzionale: tipologie e applicazioni

Abbiamo ora ben chiaro il fatto che l’unconventional marketing utilizzi mezzi promozionali differenti, ma con un minimo comun denominatore: il principio di viralità e del passaparola.

Quello che devi sapere, arrivato a questo punto, è che non esiste un solo tipo di marketing non convenzionale: il mio collega Plastic MEDIA ne ha già trattata una versione, il Guerrilla Marketing (in effetti, uno dei più famosi) in uno dei suoi articoli. Ti conviene fare un salto qui e leggerlo, per una panoramica ancor più completa.

Oltre al Guerrilla Marketing, fanno parte di strategie di unconventional marketing anche il marketing virale, il buzz marketing, l’ambient marketing, lo street marketing, l’ambush marketing, il tribal marketing e il product placement.

Vediamone uno ad uno!

Marketing non convenzionale: il marketing virale

Dai, ché questa la sai! “Virale”, metafora del contagio per descrivere la modalità di trasmissione del messaggio: questo tipo di marketing sfrutta il potenziale del passaparola volontario sul web e ha un andamento esponenziale, se si trova il trigger giusto. Efficacissimo per il viral marketing è ovviamente l’utilizzo di immagini e video, motivo per cui le piattaforme più prospere sono Youtube e i social Network.

Marketing non convenzionale: il buzz marketing

“Buzz” in inglese significa “ronzio”: è proprio quello che fa questa tipologia di unconventional marketing attraverso operazioni che servono ad accrescere il volume di una conversazione intorno ad un prodotto o servizio. Lo scopo è quello fare conoscere il Brand sempre di più (e di aumentare le associazioni positive), raggiungendo una categoria di persone specifica in maniera più capillare e rapida. Come farlo? Attirando l’attenzione con hype e suspense e coinvolgendo personaggi influenti per veicolare il messaggio (influencer, blogger e così via).

Marketing non convenzionale: l’ambient e street marketing

Chi fa ambient marketing sfrutta gli spazi pubblici (negozi, ascensori ecc.) per lanciare il proprio messaggio promozionale, e lo stesso fa lo street marketing lungo le strade. Una strategia sicuramente impattante che spesso si avvale anche di attori o comparse fisiche presenti in loco e allestimenti realizzati ad hoc in tutti quei luoghi che saranno frequentati dal target di riferimento prescelto. L’idea è appunto quella di sorprendere il pubblico nella sua quotidianità, proprio per “spezzarla” e aumentare quell’effetto wow tanto performante… con l’inaspettato.

Utilizzato spessissimo dai grandi marchi (perché sì, la messa in scena richiede un budget di un certo livello), è ancora più efficace se ci sono social network e media a fungere da cassa di risonanza dell’iniziativa.

Marketing non convenzionale: l’ambush marketing

Chiamato anche “marketing dell’imboscata”, si tratta dell’associazione di un Brand ad un evento ripreso dai media, senza che ci sia un collegamento fra i due. Insomma: una sorta di associazione indebita e non autorizzata, visto che il Brand preso in causa non è sponsor dell’evento in questione. Sì, in effetti non è educatissimo :-P L’intromissione della marca ha come obiettivo la propria visibilità a discapito di un’altra.

Marketing non convenzionale: il tribal marketing

Chi fa Tribal Marketing analizza, ascolta e coinvolge la comunità costruitasi intorno ad un prodotto o un servizio specifico, una “tribù” affezionata e fidelizzata che ne condivide e ne riconosce i valori.

La strategia ha quindi a che fare con la capacità che il Brand ha di creare un gruppo di seguaci, supportarne lo sviluppo e rafforzarlo perché si autoalimenti. Per raggiungere lo scopo è importantissimo che la marca in questione sia sempre coerente nelle sue comunicazioni, che identità e sistema dei valori siano chiari e ripetuti per non generale confusione e spingere il consumatore ad aggregarsi volta per volta.

Marketing non convenzionale: il product placement

Ultima ma non per importanza, la tecnica promozionale del product placement che consiste nel posizionare -a pagamento- il marchio in contesti particolarmente seguiti, come quelli televisivi o cinematografici.  In questo modo si sfrutta la potenza del mezzo di comunicazione per promuovere l’offerta. Ne esistono di tre tipologie:

– Product placement visuale, prodotto reso palesemente visibile agli occhi dello spettatore;
– Product placement verbale, prodotto citato da un personaggio, o reputato positivamente per influenzarne la percezione;
– Product placement integrato, prodotto integrato naturalmente nella trama, come personaggio rilevante o addirittura protagonista.

Spero di essere stata chiara ed esaustiva: questo articolo è giunto al termine, hai pensato ad alcuni Brand leggendo le varie tipologie di Marketing non convenzionale? Se la risposta è sì, beh… allora hanno fatto un ottimo lavoro ;-)

Ci ri-leggiamo la prossima settimana, caro imprenditore!

“La sorpresa è probabilmente il più potente strumento di marketing in assoluto”.

S. Redick

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